Ready, tech, go: ripartire dal cibo.

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a. Il 2020 ha portato con se un boom di investimenti nell’innovazione agroalimentare. Ben 26 miliardi di dollari a livello globale. A beneficiarne schiere di innovatori che, specialmente negli ultimi dieci anni, hanno affollato il mercato, proponendo soluzioni in grado di ovviare ai problemi che affliggono il comparto agroalimentare. Come evidenziano numerosi rapporti della FAO, di innovazione abbiamo ora più che mai bisogno. Non solo per garantire cibo sano e nutriente a una popolazione in costante crescita ma anche per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici, che già adesso influenzano le pratiche agricole, la produzione agricola e la qualità nutritiva delle colture alimentari. Per l’Italia, investire in innovazione significherebbe non solo tutelarsi nei confronti di questi fenomeni, ma anche aprire le porte a importanti e irrinunciabili opportunità di crescita economica (basti pensare che per ogni dollaro investito, il ritorno a lungo termine sarebbe superiore a sei dollari di ricavi annui). Ma allora perchè, a fronte di una così evidente mobilitazione internazionale di capitale, l’Italia scommette ancora così poco sull’agrifood-tech? Perchè le recenti classifiche vedono il nostro Paese ancora indietro nell’attirare investimenti sulle start up di settore? Cosa manca all’Italia per mettersi al pari con le altre nazioni? Quali scenari per il futuro? Proveremo a rispondere a queste domande nel corso di una conversazione con manager, imprenditori, investitori, acceleratori e startup che hanno fatto della food innovation la loro missione.
Relatori:
Michela Petronio, VP, Blu1877
Giacomo Fanin, Managing Director, Cereal Docks
Alessandro Annovi, Innovation and Strategy Manager, CIR Food
Renato Grottola, SVP, Global Head Digital Assurance and Supply Chain, DNV GL

Quando
Dom, 24 Ottobre 2021
A che ora
10:30 - 11:30
ORGANIZZATO DA

DNV

LOCATION
Area Evolution Plaza
RSVP
Quando
Dom, 24 Ottobre 2021
Dom, 24 Ottobre 2021
A che ora
10:30 - 11:30
Orari
ORGANIZZATO DA

DNV

RSVP

Ready, tech, go: ripartire dal cibo.

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a. Il 2020 ha portato con se un boom di investimenti nell’innovazione agroalimentare. Ben 26 miliardi di dollari a livello globale. A beneficiarne schiere di innovatori che, specialmente negli ultimi dieci anni, hanno affollato il mercato, proponendo soluzioni in grado di ovviare ai problemi che affliggono il comparto agroalimentare. Come evidenziano numerosi rapporti della FAO, di innovazione abbiamo ora più che mai bisogno. Non solo per garantire cibo sano e nutriente a una popolazione in costante crescita ma anche per affrontare le sfide poste dai cambiamenti climatici, che già adesso influenzano le pratiche agricole, la produzione agricola e la qualità nutritiva delle colture alimentari. Per l’Italia, investire in innovazione significherebbe non solo tutelarsi nei confronti di questi fenomeni, ma anche aprire le porte a importanti e irrinunciabili opportunità di crescita economica (basti pensare che per ogni dollaro investito, il ritorno a lungo termine sarebbe superiore a sei dollari di ricavi annui). Ma allora perchè, a fronte di una così evidente mobilitazione internazionale di capitale, l’Italia scommette ancora così poco sull’agrifood-tech? Perchè le recenti classifiche vedono il nostro Paese ancora indietro nell’attirare investimenti sulle start up di settore? Cosa manca all’Italia per mettersi al pari con le altre nazioni? Quali scenari per il futuro? Proveremo a rispondere a queste domande nel corso di una conversazione con manager, imprenditori, investitori, acceleratori e startup che hanno fatto della food innovation la loro missione.
Relatori:
Michela Petronio, VP, Blu1877
Giacomo Fanin, Managing Director, Cereal Docks
Alessandro Annovi, Innovation and Strategy Manager, CIR Food
Renato Grottola, SVP, Global Head Digital Assurance and Supply Chain, DNV GL

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