ITALIAN WINE TOUR by Wine Meridian - 4 agosto 2020

Che cosa ho imparato da Silvia Mandini, Marco Profumo ed Irene Cigola di Mossi 1558. di Lavinia Furlani Già parcheggiando nella loro corte si percepisce che siamo in una azienda di grande fermento, quel fermento che nasce dalla voglia di fare, di migliorare, di accreditare un territorio. Questa è la prima cosa che ho imparato da tutti loro: la naturalezza con cui desiderano valorizzare il loro territorio prima ancora della loro azienda. Ed è questo il mood con cui affrontano ogni miglioramento e che ha permesso loro di avere la visione di ciò che sarà Mossi 1558 tra un paio di anni. Da Marco ho imparato che quando si acquisisce una eredità importante, come in questo caso quella di una azienda storica, a prescindere che tu la abbia ricevuta da generazioni precedenti o che tu la abbia acquistata (come nel loro caso), diventa fondamentale considerarla parte di te e delle tue viscere per poter valorizzare al meglio tutti i valori. Quando Marco parla i suoi occhi brillano di orgoglio e di entusiasmo, senza mai esagerazione e senza nessuna mania di protagonismo, ma con quella gioia contagiosa di chi ha già capito che cosa diventerà Mossi. Grazie Marco per avermi trasmesso con grande generosità la tua visione e grazie soprattutto per aver tagliato per noi la tua ultima pancetta stagionata. Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Costruttore Da Silvia ho imparato come il ruolo di una donna sia fondamentale in un’azienda del vino. Silvia ha un approccio umile, delicato, leggero, ma ha dimostrato di essere tenace e determinata come pochi. Silvia ha il piacere di raccontare, di spiegare i vini, di scegliere i nuovi packaging dei vini e fa tutto con grande attenzione. Non si ferma mai ed è aperta ad ogni forma di innovazione e di sperimentazione. Studia, legge, si informa, prova, riprova. E’ la classica donna che ti sorprende per energia e che ti inganna a prima vista perché sembrerebbe molto più fragile. Grazie Silvia per l’esempio che dai ad ogni donna del vino. Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Guerriero. Irene sembra far parte della famiglia. E questo credo sia, per le aziende del vino, l’obiettivo più alto ogni volta che si inserisce una nuova risorsa umana in azienda. Irene è complice e orgogliosa di ogni conquista dell’azienda e ne parla con quel trasporto che ogni manager dovrebbe avere. Ma allo stesso tempo sa stare un passo indietro senza togliere spazio alla proprietà. Quel giusto equilibrio che è rarissimo da trovare e che contribuisce a vedere team affiatati e armonici. Tra gli abitanti del Wine Village ho intercettato il Tessitore.

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